domenica 7 novembre 2010

Cría cuervos





Di Carlos Saura, 1976 (Spagna)
Con Geraldine Chaplin, Florinda Chico, Ana Torrent, Mònica Randall
Scritto da Carlos Saura
Montaggio di Pablo Gonzàlez del Amo
Fotografia di Teodoro Escamilla
Musiche di Federico Mompou
Durata: 110 min.

Ana ripensa alla sua infanzia e a quella delle sue sorelle, segnate prima dalla morte della madre e in seguito da quella del padre, ufficiale franchista ritenuto dalle bambine il vero colpevole delle sofferenze della donna. Fra ricordi e sogni la piccola continuerà a crescere, rimanendo però affascinata dal tema della morte.

Delicato e intenso, questo film di Saura descrive i momenti più intimi e caratteristici dell'infanzia della protagonista, e lo fa senza moralismi o censure, ma presentandoci le cose come stanno, con dolcezza e sincerità. Il mondo di Ana, rappresentato dai ricordi della madre e dai giochi con le sorelle (bellissima la scena in cui le bambine ricostruiscono giocando alcune scene di vita famigliare) risulta quindi perfettamente credibile.


Al film vanno anche attribuiti importanti riferimenti politici: uscì nelle sale appena un anno dopo la morte di Franco (ancora vivo nel film), e nei comportamenti (e ruoli)dei vari membri della famiglia si possono leggere critiche alla repressione perpetuata dal regime. Ma non è vero – come mi è capitato di leggere in alcune recensioni – che il film possa essere apprezzato e capito solo da chi conosca alla perfezione i vari meccanismi della società spagnola dell'epoca. Anzi, la bravura di Saura risiede proprio nel rendere la pellicola accessibile a chiunque, anche a chi, come me, non sia portato dalle proprie esperienze a considerare l'intera opera come una metafora della Spagna di quegli anni, ma più che altro come una semplice storia di vita, dura, tenera, ma soprattutto vera.

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