lunedì 7 novembre 2011

The Limits of Control


Di Jim Jarmusch, 2009 (USA, Giappone), 116 min.
Con Isaach De Bankolé, Alex Descas, Luis Tosar, Paz de la Huerta, Tilda Swinton, Youki Kudoh, John Hurt, Gael García Bernal, Bill Murray
Scritto da Jim Jarmusch

Un killer senza nome, elegante e di poche parole, se ne va in giro per l'Andalusia seguendo le incomprensibili istruzioni che i suoi vari contatti gli consegnano in piccole scatole per fiammiferi. Numeri e lettere scritti apparentemente a caso che lo guidano ogni volta verso una nuova destinazione.
I contatti, con cui il killer ha brevi e singolari conversazioni, sono eccentrici anche per i personaggi a cui Jarmusch ci aveva precedentemente abituati: un'appassionata di cinema classico, una studiosa di molecole, una ragazza costantemente nuda, un vecchio amante della pittura...
Tutti questi incontri hanno come unico scopo quello di avvicinare il killer ad un misterioso uomo d'affari americano nascosto in una villa circondata da guardie armate.


La trama è quella di un film d'azione, ma il film è ovviamente quello che ci si aspetterebbe da uno dei registi più particolari in circolazione, che malgrado qualche piccola novità, non ha sicuramente cambiato modo di fare cinema: il suo tocco c'è ed è sempre più ricercato e personale. Personaggi strambi ed affascinanti, dialoghi surreali, tempi lenti e, soprattutto, quell'incomunicabilità che ha sempre fatto da sfondo ad ogni sua storia, rappresentando più un vantaggio che un vero e proprio ostacolo. I dialoghi fra Forest Whitaker e Isaach De Bankolé (qui nel ruolo del killer) in Ghost Dog ne sono forse la prova più lampante.
I silenzi però contano quanto i dialoghi, ed è proprio uno dei contatti del killer, La Bionda, a farlo notare: "mi piace quando nei film gli attori se ne stanno seduti senza dire niente", dice in un momento morto della conversazione, sorridendo e guardando nel vuoto.
A catturare l'attenzione dello spettatore sono dettagli come questo, quelle piccole cose su cui solitamente non ci si sofferma. E così le prove di uno spettacolo di flamenco, osservate da un incantato killer solitario in una delle scene più belle del film, diventano molto più importanti e significative dello spettacolo vero e proprio, che infatti neanche vedremo.

Di nuovo c'è invece una ricerca estetica che Jarmusch non aveva forse mai affrontato in questo modo: fotografia curatissima e colorata (evidente soprattutto nella bellissima scena in treno con Molecules, la ragazza appassionata di molecole), qualche inusuale movimento di camera e addirittura due o tre brevi scene al ralenti.
L'aspetto più sorprendente è però il valore simbolico dell'opera. Ogni personaggio rappresenta temi come il cinema, la musica, la pittura, le droghe ed il sesso, che Jarmusch associa presumibilmente ad un concetto di libertà che il killer solitario non può raggiungere perché ancora intrappolato nei rigidi schemi di un controllo superiore. Identificare e sconfiggere quest'ultimo ostacolo diventerà quindi il suo obiettivo principale.
Ed è infatti solo alla fine che gli intenti del regista diventano chiari: che lo si voglia leggere in chiave politica o artistica, che abbia un valore generale o che si riferisca semplicemente al percorso interiore del personaggio principale, The Limits of Control rimane un film profondamente libero ed antiautoritario.
Lento, enigmatico, anarchico, malinconico, divertente, ammaliante... Un capolavoro, uno dei tanti di un Jarmusch che non la smette di stupire.

Concludo con un estratto di un'intervista a Jarmusch al Reykjavik International Film Festival del 2010. Ho deciso di metterla per la chiarezza del concetto espresso. L'audio non era molto decente, perdonate eventuali errori.

Each one of us has our own consciousness, and it is the most valuable thing we have, and it is our own. And you could be influenced, people will try to tell you what is reality. You know, I grew up with authority figures, and school, policemen, even my father, telling me things like […] “you just don't understand how the real world works”, you know, and I heard that so many times... But the real world is mine to interpret. […] And i don't like being told what is real.




p.s. Il blog è arrivato a un anno di età. Ero indeciso se scrivere o meno una specie di post celebrativo e alla fine ho deciso di farlo limitandomi ad aggiungere qualche riga alla recensione di un film. Siccome Jarmusch è uno dei registi che preferisco, The Limits of Control mi sembrava l'occasione giusta.
Quando ho deciso di aprire un blog di cinema non ne conoscevo nemmeno uno, e in poco tempo ho scoperto un intero universo di siti interessanti, curati da gente competente e con una cultura cinematografica impressionante; ho letto e continuo a leggere, in giro per la “blogosfera”, analisi di film perfette, curate e dettagliate come non capita nemmeno nelle riviste specializzate, esposte sempre con semplicità ed umiltà. Ed è proprio questo l'aspetto più positivo: gli autori sono sempre disposti al dialogo e ad accettare opinioni divergenti, senza che nessuno mai si ritenga depositario di chissà quale verità cinematografica.
I blog di cui sto parlando non sono pochi e mi hanno fatto scoprire una quantità enorme di film nuovi, e molti di questi ho la fortuna di averli fra i miei “blog amici”. Il “problema” è che continuo a scoprirne praticamente ogni giorno, ed ogni giorno ho l'impressione che Piano piano, sequenza... (eh, il titolo è venuto così, lo so...) sia meno interessante.
Nel mio piccolo ho comunque deciso di non scoraggiarmi e di continuare. Le recensioni che scrivo sono brevi e poco approfondite (e mi fermo qui per non dire altro), ma mi diverto a scriverle e spero possano risultare anche solo un minimo interessanti a chi ha la pazienza di fermarsi qui da me e di leggere periodicamente i miei post. Fra i tanti difetti c'è anche quello dei “cuoricini” che danno il voto – ovviamente soggettivo e senza nessuna pretesa - al film, e che più di una volta ho pensato di togliere.
Ad ogni modo, fra i pochi commentatori fissi e casuali, ci sono persone che in un certo senso ho conosciuto e che apprezzo molto, e questo mi basta.
I ringraziamenti di cui parlavo all'inizio sono rivolti a tutti quelli che stanno leggendo questo post: ai blogger ma anche a quei lettori esterni che non si sono mai palesati ma che ogni tanto, magari, passano di qui. Ce ne saranno? Forse uno o due, a me piace pensarlo.
Dovessi ringraziare tutti, questo diventerebbe un post troppo paraculo, e siccome già mi sembra di aver oltrepassato i limiti consentiti, scelgo di citarne tre in particolare:
Ford, il primo a commentare sul blog, bevitore incallito che dal suo primo passaggio qui non ha praticamente mai smesso di partecipare.
Alessio, con cui mi sono trovato in sintonia sia per quanto riguarda il cinema che per la visione della società in cui viviamo, e questo mi ha fatto enormemente piacere.
E Alice, il cui improvviso e dirompente arrivo da queste parti ha contribuito ad animare il blog. E anche per lei vale il discorso su cinema e società.

21 commenti:

  1. Muchas gracias, Ottimista.
    Passare dalle tue parti è sempre un piacere, così come scambiarsi opinioni - anche quando sono divergenti: ricordi Earthlings? -.
    Scoprire altre persone con cui condividere splendide passioni come quella per il Cinema è una meraviglia, e fonte di scoperta di titoli sempre nuovi.
    Tra l'altro, questo di Jarmusch mi manca, e dovrò recuperarlo al più presto.

    Per quanto riguarda il blog, le tue recensioni mi sembrano ottime, e più che a togliere i cuoricini, io penserei a sostituirli graficamente: in fondo, il voto funziona sempre.
    Keep on rockin', dunque!

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  2. Ford, grazie a te! ;)
    Earthlings me lo ricordo benissimo, sì, e da te si era creata una lunga discussione. :D
    Probabilmente hai ragione, dovrei pensare a sostituire i cuoricini, anche se ormai un po' ci sono affezionato. Intanto ci penso...
    E il voto, in effetti, funziona sempre.

    Questo di Jarmusch è magnifico.

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  3. caspita, buon anniversario di post e recensioni cinematografiche allora! :)
    e mi raccomando, continua così!!

    The Limits of Control lo devo ancora vedere, Jim Jarmusch non posso perdermelo!! Ottima recensione, complimenti!

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  4. Vincent, grazie mille!

    Guardalo perché è davvero un filmone, anche se quando si parla di Jarmusch è una precisazione un po' inutile... :D

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  5. grazie mille, Davide! :D
    passare sulle tue pagine è piacevole e interessante, e il blog è un contributo secondo me validissimo nella blogosfera, quindi non può che rendermi felice sapere che non demordi.

    senza poi considerare la "sintonia di visione" che ci ha portato a condividere opinioni, riflessioni, dubbi e speranze (a proposito, con Terrapin hai deciso di chiudere?)- un tipo di scambio stimolante e, nel suo piccolo, importante; oltre al fatto che ha influito- in qualche modo, direttamente- a recuperare un aspetto del mio blog che stavo "trascurando" e, per questo, sono io a ringraziarti.

    buon anniversario, dunque, e... continua così!

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  6. Grazie mille anche a te, davvero! Per il commento e per lo scambio di cui hai parlato.
    Terrapin per ora è fermo, ma ancora aperto, anche se non penso che lo aggiornerò a breve... ;)
    E lo dico anche a te: se ancora non l'hai visto, recupera assolutamente questo di Jarmusch! :D

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  7. questo di Jarmusch me lo sono completamente perso, ma lo metto in lista con piacere, perché sembra veramente promettente :)

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  8. Ti piacerà sicuramente!

    "anche se non penso che lo aggiornerò a breve"
    Come non detto... :D

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  9. Ciao Ottimista

    e bon anniversaire piano piano sequenza!

    E complimenti, bellissima recensione...cerco di vedere subito il film!

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  10. Intanto, auguri per il blog. Se ti può consolare, anche io mi sento "inferiore" spesso e volentieri quando penso alla mole di individui scriventi nella "blogosfera"... Di cinema capisco ben poco, vado a sensazioni, e girellando qui e là imparo...
    e imparo pure qui! Visto questo The Limits of Control e, pur amando Jarmusch quasi sempre, questa volta il fastidio ha regnato quasi sovrano... Mi è sembrato troppo "costruito, non spontaneo. Quasi Hollywoodiano direi, ma non lo dico perché temo di avere dimenticato la mediocrità di quel posto lì (da quando non guardo un film prodotto là dentro? Troppo, e quelli che guardo sono girati tutti negli anni 80 o 70, non faccio testo).

    Ovviamente grazie per la menzione ☺☺☺
    Temo di avere scritto un po' di boiate, ma è l'una di notte e non dormo da due giorni, porta pazienza...

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  11. "L'aspetto più sorprendente è però il valore simbolico dell'opera. Ogni personaggio rappresenta temi come il cinema, la musica, la pittura, le droghe ed il sesso, che Jarmusch associa presumibilmente ad un concetto di libertà che il killer solitario non può raggiungere perché ancora intrappolato nei rigidi schemi di un controllo superiore. Identificare e sconfiggere quest'ultimo ostacolo diventerà quindi il suo obiettivo principale."

    infatti, presa dall'insonnia mi sono dimenticata di segnalare questo tuo passaggio. Non avevo afferrato il simbolismo (che comunque mi sembra spicciolo, a dire la verità), avevo preso il film così come veniva, senza nemmeno pormi troppe domande esistenziali... (ecco a cosa mi riferivo quando ho scritto che imparo molto anche qui!)

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  12. Grazie Alice! :)
    Che tu di cinema capisca ben poco è tutto da vedere...

    Ma povero Jarmusch! Hollywoodiano?! :P
    No va be', non hai scritto nessuna boiata, capisco quello che vuoi dire, e devo ammettere che quando c'è di mezzo Jarmusch io non ragiono più, ma questo, pur essendo un po' diverso dai suoi precedenti lavori, mi ha lasciato più o meno le stesse sensazioni. C'è poi l'aggiunta del messaggio, che non ho potuto non apprezzare.

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  13. EH, lo so, Jarmusch ed Hollywooodiano nella stessa frase fa venire i brividi. Anche perché Hollywood è, bene che vada, roba alla Revolutionary Road che disprezzo senza troppe riserve.
    Eppure è proprio per questo che mi ha deluso e, come per Red State, m'è sembrato che il messaggio fosse gettato lì, quasi oziosamente. Forse avrei apprezzato di più un film alla Coffe and cigarettes, col serial killer alle prese con personaggi strani ma privo di una storia vera e propria.
    Ma è proprio soggettivo. Tra l'altro sospetto di non averlo compreso fino in fondo, come ti ho scritto il messaggio a me non è proprio arrivato, non mi sono posta nemmeno troppe domande...

    Guardo e amo il cinema ma di regia non capisco nulla, vado molto a sensazione. Ormai non provo nemmeno più ad essere oggettiva...

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  14. Alice, scusa il ritardo ma è un periodo un po' così...
    Un film "alla Coffee and cigarettes" non sarebbe stato male comunque, sono d'accordo. :)
    Di Revolutionary Road sinceramente non ho un bruttissimo ricordo, anzi... ma dovrei rivederlo, perché a ripensarci mi vengono in mente poche scene...

    "Guardo e amo il cinema ma di regia non capisco nulla, vado molto a sensazione. Ormai non provo nemmeno più ad essere oggettiva..."
    E chi ci riesce? :D

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  15. nessuna scusa, sai bene che io sparisco di continuo per ricomparire. Ognuno ha i propri tempi, nessuna colpa ☺☺☺

    Oh, però c'è un sacco di umanità che crede nell'oggettività assoluta dell'arte...

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  16. A mio avviso non è il solito J. Con questa pellicola fa un passo avanti. Non si limita più a presentare pellicole dal carattere atipico, ma rende quel carattere protagonista del suo film. È una scelta davvero interessante.

    Comunque, blog interessante. Appena posso spulcio come si deve.

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  17. Elio, benvenuto!
    Penso che Jarmusch sia rimasto fedele al suo modo di fare cinema, ma hai sicuramente ragione quando dici che c'è stato un cambiamento. È proprio per questo che sono ancora più curioso di vedere il suo prossimo film.

    Grazie per i complimenti. Io ho già iniziato a curiosare da te, e sicuramente continuerò. :)

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